Mostre
Athanasios Argianas, Ursula Berlot, Attila Csörgő, Christoph Keller, Nick Laessing, Steven Pippin, Tobias Putrih
Bologna, Galleria Enrico Astuni
dal 23.01.2009 al 24.04.2009
A cura di: Alessandra Pace
<< Il sistema periodico è poesia, per giunta con la rima …nella forma grafica più consueta della tavola del sistema periodico, ogni riga termina con la stessa “sillaba” che è sempre composta da un alogeno più un gas raro: fluoro + neon, cloro + argon…>>
Primo Levi (in “Primo Levi/Tullio Regge – Dialogo”, Oscar Mondadori, 1994, pag. 13–14)
Arte e scienza sono generalmente considerate discipline diametralmente opposte: la prima mossa da emozioni, quindi irrazionale e dubbia; la seconda razionale e fredda, dunque seria. Eppure, tale distanza non è sempre esistita, si basa in gran parte su pregiudizi e, secondo numerosi teorici, è persino obsoleta. Figure come Leonardo da Vinci sono esemplari di un’epoca in cui le discipline non erano distinte come oggi, e l’arte era considerata strumento di cognizione. Ma dall’avvento della meccanica newtoniana, applicabile alla fisica delle medie dimensioni che caratterizza l’esperienza quotidiana, la cultura occidentale si è imperniata su sequenze deterministiche di causa ed effetto. Dura e assolutistica, la fisica classica ci pone nella posizione d’osservatori obbiettivi estranei ai fenomeni presi in considerazione come se non ne facessimo parte. Tuttavia epistemologi e scienziati ammettono che le teorie non sono lo specchio di fenomeni naturali, come spesso si crede, ma piuttosto formule inventate per predirli, riduttive idealizzazioni della realtà valide solo fino a prova contraria. Inoltre, in quanto frutto della mente, sono influenzate da criteri estetici. Alcuni esempi: il padre della meccanica quantistica Niels Bohr confessa di essere arrivato ai suoi modelli intuitivamente, sotto forma d’immagini; fra due teorie corrette, è prescelta quella più semplice e concisa che risponde al paradigma formale massimo risultato con minimo dispendio di mezzi. Infine, numerose teorie della cosmologia moderna (superstringhe, wormholes, baby universi) non sono empiricamente sperimentabili e si basano unicamente su modelli matematicie tendenze statistiche. Alcuni scienziati aspirano ad una scienza più “artistica”. Altri paragonano il futuro della fisica alla botanica: una vasta collezione di dati empirici tenuti insieme da teorie. La scienza dei nostri pregiudizi è terminata e un’altra scienza ha preso il sopravvento, meno riduttiva e polarizzante, che segue modelli binari ravvicinandosi alla biologia, vale a dire a modelli viventi. Tramite l’arte, Athanasios Argianas, UrŠula Berlot, Attila Csörgő, Christoph Keller, Nick Laessing, Steven Pippin, Tobias Putrih trasformano le idee astratte ispirate alle teorie scientifiche in esperienze reali.