Mostre
Chiesa di S. Agostino, Pietrasanta
dal 18.04.2003 al 15.06.2003
A cura di: Galleria Enrico Astuni
Nato nel 1937 a Stio, paese del Cilento non lontano da Paestum, Trotta si trasferisce giovanissimo in Argentina a seguito della famiglia, e lì matura la propria formazione culturale e le prime esperienze artistiche. Espone dal 1961 con il Grupo S1 impegnato in una pittura postinformale. Nel 1968, dopo la partecipazione alla Biennale di Venezia nel padiglione argentino, decide di tornare in Italia incoraggiato anche dall’amico Lucio Fontana, e inizia a Milano la collaborazione con lo studio di progettazione Nizzoli. Per buona parte degli anni ’70 è impegnato su una linea di ricerca concettuale che peraltro si differenzia dalle coeve esperienze poveriste e minimali per l’alta concentrazione di riferimenti filosofici, letterari che implicano il rapporto con la storia e la riconsiderazione della classicità in quanto memoria di sé. Inquieto anticipatore della sensibilità post-moderna, Trotta, a partire dagli anni ’80, si muove costantemente all’interno della categoria scultura, rifiutando la semplice soluzione dell’oggetto e del ready-made per dedicarsi invece alla scoperta (o riscoperta) del materiale nobile e aureo: marmo, bronzo, mosaici, tarsie. Attualmente vive a Pietrasanta. Questa mostra è dedicata al rapporto tra l’arte e la scrittura, la forma e la poesia. Come da un blocco di marmo può nascere una forma compiuta, così da un insieme di parole sorge, magica e inconsapevole, la lirica. Baudelaire e Holderlin, Whitman e Pound, Borges e Carlos Gardel, l’inventore del tango moderno, sono i numi tutelari e i destinatari ideali delle nuove opere dello scultore.