Mostre
Franco Adami, Stefano Arienti, Gijs Assmann, Davide Bertocchi, Bertozzi & Casoni, Pierluigi Calignano, Pier Paolo Calzolari, Gianni Caravaggio, Maggie Cardelus, Loris Cecchini, Sandro Chia, Giosetta Fioroni, Giuseppe Gallo, Piero Gilardi, Massimo Kaufmann, Thorsten Kirchhoff, Roberto Mascella, Fabio Mauri, Sabrina Mezzaqui, Charles Moody, Athos Ongaro, Luigi Ontani, Tony Oursler, Ozmo & Abbominevole, Mimmo Paladino, Luca Pancrazzi, Leonardo Pivi, Thom Puckey, Simone Racheli, Alfredo Sasso, Mario Schifano, Antonio Trotta
Parco e Villa La Versiliana, Marina di Pietrasanta
dal 07.07.2006 al 30.08.2006
A cura di: Marco Senaldi
“La celluloïde et le marbre” è il titolo di una serie di articoli che il celebre regista francese Eric Rohmer, l’eterodosso autore di Il segno del leone, Il raggio verde, La femme de l’aviateur, scrisse per i Cahiers du Cinema negli anni ‘60. In quegli articoli Rohmer stabiliva una straordinaria connessione tra la scultura e il cinema sostenendo che il cinema è “arte dello spazio e dei volumi” e pertanto è vicino alla scultura come alla pittura o alla fotografia. Eppure, il marmo e la celluloide sembrano restare molto distanti – separate come sono da differenze enormi di carattere storico, culturale, estetico: il marmo, il materiale più antico e più nobile per esprimere la bellezza plastica, da un lato – e la celluloide, il materiale moderno inscindibilmente legato al cinema, dall’altro. Tuttavia, dall’inizio del Novecento la scultura ha abbandonato la sua tradizionale staticità – è famoso il caso dei piedestalli motorizzati che Brancusi usava per alcune sue sculture, o l’esempio di Moholy Nagy che nel 1930 realizza un breve film astratto da una sua scultura, Ein Lichtspiel:Schwarz-Weiss-Grau. Inoltre, molti registi si sono occupati di scultura, da Chris Marker a Michelangelo Antonioni (che ha realizzato un cortometraggio sul restauro del Mosè di Michelangelo, Lo sguardo di Michelangelo, 2004), e molti scultori hanno introdotto nelle loro installazioni elementi video spesso ispirati dal cinema. Questa mostra intende evidenziare questi snodi proprio nella loro complessità, toccando non solo il tema del rapporto peso/luce, forma/movimento, tridimensionale/bidimensionale, ma in generale anche i rapporti tra modi di fruizione diversi, il cinema come immaginario collettivo e la scultura come memoria del classico, la celluloide come effimero susseguirsi di immagini e il marmo come permanenza immortalata – anche a costo di rovesciare dei classici luoghi comuni. Il luogo dell’esposizione – Sulla riviera toscana, nella culla della grande tradizione scultorea italiana, a un passo dalle imponenti cave di marmo di Carrara, si estendono i meravigliosi spazi arborei del giardino della Versiliana. Nelle stupende sale della villa omonima – la stessa che ispirò al grande poeta del Novecento Gabriele D’Annunzio l’indimenticabile poesia La pioggia nel pineto – saranno esposte opere di alcuni fra gli artisti più affermati del panorama italiano e internazionale, che nel loro lavoro hanno affrontato il rapporto fra l’effimero e l’eterno, fra la visione fuggevole e temporanea e l’impronta indelebile della scultura. La mostra Il Marmo e la Celluloide intende restituire un equilibrato panorama di tendenze innovative, con un “tocco” classicheggiante, nello stile di una recuperata armonia tra forme, materiali, espressioni, di forte impatto e immediata fruizione, all’interno del prestigioso contesto del festival La Versiliana – appuntamento storico delle estati italiane. Altri eventi – All’interno della villa, saranno inoltre proiettate alcune rarità cinematografiche: Lo sguardo di Michelangelo, corto di M. Antonioni dedicato al Mosé di Michelangelo, 2004 Viaggio in Italia, di R. Rossellini, 1953, ambientato al Museo Nazionale di Napoli Anche le statue muoiono, corto, Chris Marker, Alain Resnais, 1953