Mostre
John Bock, Vlatka Horvat, Christian Jankowski, Joel Kyack, Kamen Stoyanov, Mario Ybarra Jr.
dal 09.10.2010 al 06.02.2011
A cura di: Lorenzo Bruni, Giovanni Iovane
Comunicato stampa: PDF
La mostra presenta performance, immagini e sculture pensate appositamente per l’occasione, abbinate a lavori precedentemente realizzati per importanti mostre internazionali. John Bock, Vlatka Horvat, Christian Jankowski, Joel Kyack, Kamen Stoyanov, Mario Ybarra Junior, sono tra i più interessanti artisti a livello internazionale che riflettono sul concetto d’identità culturale attraverso l’indagine e la stimolazione della relazione tra l’artista e il pubblico, tra chi ascolta e chi parla, tra lo spazio collettivo e quello privato. Le opere in mostra non vogliono rappresentare la realtà in cui si trovano, ma evidenziare il tentativo d’interagire con essa.
Il progetto A chi ti stai rivolgendo / Who is your audience nasce da una riflessione generale sull’atto del “comunicare”. Infatti, se in questa “modernità liquida” i messaggi possono essere lanciati indipendentemente da un interlocutore specifico e “attivo” in quel dato istante, ci dobbiamo chiedere cosa animi la necessità di uno scambio d’informazioni. Per paradosso sembra quasi che gli MMS e gli SMS, i social network come Twitter e Facebook e i vari blog, siano usati per affermare l’esistenza di chi emette il messaggio più che per stabilire un dialogo con “l’altro diverso da sé”. Interrogarsi oggi su cosa intendiamo per comunicazione chiama in causa la questione della natura del pubblico e dell’identità collettiva, di cosa intendiamo con questa parola e del suo ruolo rispetto alla società. Questa riflessione diventa una chiave di lettura ideale per porre sotto nuova luce l’evoluzione delle ricerche artistiche di fine anni Novanta ed in particolare di quegli artisti che si sono confrontati con la “normalizzazione “ dei mezzi di comunicazione, reagendovi lavorando sulla relazione, tutta da analizzare e da stimolare, tra il singolo soggetto e la collettività, tra lo spazio dell’arte e quello della vita.
Più che essere una mostra di artisti che usano il mezzo della performance, A chi ti stai rivolgendo / Who is your audience vuole essere una mostra sul concetto di performatività, il cui scopo è quello di evidenziare azioni possibili ed auspicabili per interagire ed influire sul reale, per comprenderlo e cambiarlo. Solo in questo modo è possibile riparlare adesso del concetto di futuro e della sua progettazione. Ecco perché Christian Jankowski realizza un video con spezzoni di format televisivi trasmessi in tv che si interrogano sulla futura creazione dell’artista per la Biennale di Sydney e che si conclude con la diretta dell’inaugurazione stessa, avvenuta nel maggio del 2010, portando così alle estreme conseguenze il concetto di McLuhan: “il medium è il messaggio”. Mario Ybarra Junior, con la serie fotografica Go tell it del 2001, presenta spazi cittadini in cui l’artista stesso è intento, con un megafono in mano, ad arringare una folla di persone appena scappata o che ancora deve manifestarsi. Joel Kyack recentemente ha organizzato happening spontanei nel traffico di Los Angeles trasmettendo una pièce teatrale attraverso una radio locale e drammatizzandola con pupazzi visibili dal portabagagli della sua Jeep. John Bock, con il video No time, no screw del 2008, presenta una sua performance realizzata per i passeggeri di un autobus in movimento per la città di Atene; il ritmo del montaggio amplifica il contrasto tra le sue azioni che richiamano il fare dello scultore, anche se al fine di produrre oggetti effimeri e non duraturi nel tempo, e la vita cittadina che scorre silenziosa al di là dei finestrini del bus. Kamen Stoyanov, con l’azione The small Eiffel tower meets the big one del 2007, in cui si pone di fronte alla Torre Eiffel esibendo ai passanti distratti un grande poster con una sua riproduzione, tenta di riportare l’attenzione sul suo essere presenza e struttura architettonica e non solo stereotipo e simbolo turistico. Mentre Vlatka Horvat compie in This Here and That There (Haus der Kulturen der Welt, Berlino, 2007) un confronto estenuante con l’esigenza di disporre un grande numero di sedie in differenti combinazioni di ascolto o dialogo per un ipotetico uditorio che mai si paleserà, poiché la ricerca di uno stage perfetto si svolge nel mezzo di un fiume, elemento che solitamente divide e non connette lo spazio urbano che attraversa.
Queste opere consistono, quindi, in gesti reali che puntano a ribaltare la passività del cittadino rispetto ai mezzi con cui comunica (ma con chi esattamente?), e con cui pratica lo spazio urbano. Non vogliono rappresentare il reale, bensì evidenziare e rendere concreto il tentativo di stabilire un dialogo con esso e in esso. Per questo i loro interventi riprendono dinamiche della tradizione novecentesca del teatro dell’assurdo, dell’ideologia “situazionista”, dei tentativi di rendere attivo il pubblico (da Bertolt Brecht a Jerzy Grotowski), nate come forme d’opposizione alla cultura ufficiale del nostro passato. Infatti, le loro azioni puntano a far osservare il mondo come se fosse visto per la prima volta, analizzando però la memoria culturale che lo definisce per poter riprogettare e riparlare nuovamente di un futuro collettivo.
Per l’occasione sarà pubblicato un catalogo della mostra.
Durante l’esposizione sarà presentato un libro a cura di Lorenzo Bruni (Silvana Editoriale) sul cambiamento e sulla nuova natura del concetto di performance dalla fine degli anni novanta ad oggi.