Mostre
Marinus Boezem, Simone Forti, David Medalla, Maurizio Mochetti, Maurizio Nannucci, Malick Sidibé, Michael Snow. Special project: Jonathan Monk
Galleria Enrico Astuni, Bologna
dal 29.01.2016 al 30.07.2016
A cura di: Lorenzo Bruni
Comunicato stampa: PDF
La Galleria Astuni presenta il progetto a cura di Lorenzo Bruni dal titolo 66|16 con gli artisti Marinus Boezem, Simone Forti, David Medalla, Maurizio Mochetti, Jonathan Monk, Maurizio Nannucci, Malick Sidibé e Michael Snow.
Gli artisti coinvolti, seppur molto distanti tra loro per riferimenti culturali e ricerca, condividono la riflessione sul concetto di “smaterializzazione dell’opera d’arte” e l’indagine oltre il limite del quadro, iniziata dalla metà degli anni sessanta. Fattore ancora più rilevante, è l’attitudine simile con cui oggi stabiliscono un dialogo attivo con il mondo smaterializzato dai social network e dalla comunicazione globalizzata e con cui attivano una riflessione di tipo processuale attorno alla “presenza” dell’immagine in senso lato. Data la particolare natura del progetto curatoriale, è stato invitato l’artista Jonathan Monk, attivo dall’inizio degli anni Novanta e vicino a queste riflessioni, a ideare un progetto speciale finalizzato a introdurre e ampliarne le dinamiche. IERI, OGGI, DOMANI, ECCETERA… è uno dei tre interventi creati ad hoc dall’artista inglese, che qualifica l’invito/poster della mostra e che di conseguenza è anche il suo contenitore concettuale/sensibile.
66|16 presenta due mostre collettive a confronto in cui sono coinvolti gli stessi artisti: una è caratterizzata da opere realizzate nel 1966, mentre l’altra da quelle create nell’anno che è appena iniziato. Le opere realizzate nel nostro ‘tempo presente’, ovvero nel 2016, verranno aggiunte nel corso della mostra, coadiuvate da talk ed eventi che di volta in volta definiranno lo spazio espositivo in maniera differente. A partire da febbraio, oltre a questa prima lista di artisti, si aggiungerà ogni mese un nuovo artista e prenderanno forma delle personali contestualizzate in un progetto più ampio. Questo particolare display di tipo “laboratoriale” dalle caratteristiche di un work in progress, da una parte, sottolinea che la mostra non ruota attorno a un tema ma si propone come una piattaforma di discussione, dall’altra, indica che non è una collettiva con un intento soltanto storicistico bensì una riflessione sulla Storia/storie, sull’attualità del passato e sulla necessità di pensare al ruolo della cultura e della politica rispetto alla necessaria ri-elaborazione del concetto di futuro collettivo.
Artribune, Un work in progress lungo mezzo secolo. A Bologna. Recensione di Simone Rebora
Segno, Aprile/Maggio 2016 n. 257, 66 |16. Recensione di Maria Letizia Paiato
Segno, Giovedì Performativi – CENSOR di Simone Forti da Enrico Astuni, recensione di M.L.Paiato
Giuliet Art Magazine, Simone Forti. Censor Performance, articolo di Emanuela Zanon
Censor, performance by Simone Forti for the 66 16 curated by Lorenzo Bruni, Allevents.eu