Biografia
Gabriele Basilico
Nato a Milano nel 1944, è morto a Milano nel 2013.
Gabriele Basilico ha iniziato a fotografare nei primi anni settanta, è stato uno dei più noti fotografi italiani e ha lavorato nel corso del tempo su diverse città: da Milano a Beirut, da Rio a Gerusalemme, da Mosca a Istanbul, da New York a Shanghai e a San Francisco.
Dopo la laurea in architettura (1973) si è dedicato con continuità alla documentazione della città e del paesaggio urbano. Il suo primo progetto fotografico è stato Milano, ritratti di fabbriche 1978-80, che aveva come soggetto la periferia industriale milanese. Nel 1984-85, con il progetto Bord de mer, ha partecipato, unico italiano, alla Mission photographique de la DATAR, grande mandato governativo affidato a un gruppo internazionale di fotografi con lo scopo di documentare la trasformazione del paesaggio francese. Nel 1991 ha preso parte a una missione internazionale a Beirut, città devastata dalla guerra civile durata quindici anni (il volume Basilico/Beyrouth è del 1994).
Ha partecipato inoltre a numerosi progetti di documentazione in Italia e all’estero, che hanno generato mostre e libri tra cui Porti di mare (1990), L’esperienza dei luoghi (1994), Sezioni del paesaggio italiano (1998), Interrupted City (1999), Cityscapes (1999), Scattered City (2005), Intercity (2007), Silicon Valley (2011) su incarico del MoMA di San Francisco, Roma 2007, realizzato per conto del Festival internazionale di fotografia 2008, Mosca verticale (2008), progetto fotografico sul paesaggio urbano di Mosca, ripreso dalla sommità delle sette torri staliniane. Nel 2010 fotografa Istanbul e Shanghai. Nel 2011 è invitato a partecipare a una nuova missione fotografica a Beirut e realizza una mostra alla fondazione brasiliana Oi Futuro di Rio de Janeiro. Lo stesso anno lavora al volume Italia. Capolavori del Rinascimento. Nel 2012 partecipa alla XIII Mostra internazionale di architettura a Venezia con il progetto Common Pavilions, in collaborazione con Diener & Diener Architekten di Basilea.
Le mostre e i libri di Gabriele Basilico costituiscono sempre un importante momento di riflessione sulla fotografia di paesaggio. La sua ricerca, che spazia ben al di là dei confini della mera fotografia documentaria, è infatti un punto di riferimento obbligato per quanti oggi si occupano di fotografia e di urbanistica.
Dal 1977 il suo lavoro è stato esposto in gallerie private, musei e istituzioni in tutto il mondo. Tra le sue ultime mostre personali si ricordano quelle presso il Museo Archeologico di Aosta (2018), il Museo ICO di Madrid (2017), l’Unicredit Pavilion di Milano (2015), la Galleria Civica di Modena (2014), il MAXXI di Roma (2013), Villa Pignatelli a Napoli (2012), MUAR di Mosca (2011), Fondazione Stelline di Milano (2010), Palais de Chaillot a Parigi (2008), SF MoMA di San Francisco (2008), Maison de la Photographie di Parigi (2006), Fundaçao Calouste Gulbenkian di Lisbona (2006), Stedelijk Museum di Amsterdam (2000). Tra le collettive: PoliArte (L’Arte delle Arti), Galleria Enrico Astuni, Bologna (2019); Extraordinary Visions. L’Italia ci guarda, MAXXI, Roma (2016); Milanopiazzaduomo, Museo del Novecento, Milano (2015); Temi & Variazioni. L’impero della luce, Peggy Guggenheim Foundation, Venezia (2014); Concrete. Photography and Architecture, Foto Museum, Winterthur; (2013); Addio anni settanta. Arte a Milano 1969-1980, Palazzo Reale, Milano (2012); Trans photographiques, Palais des Beaux-Arts, Lille (2011); Il furore delle immagini, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia (2010).
Ha partecipato a importanti rassegne fra le quali: Biennale di Venezia (1995, 2007, 2012); Gwangju Biennale, Gwangju, Corea del Sud (1997); FotoFest 1998 – 7th International Month of Photography, Houston (1998); Rencontres Internationales de la Photographie, Arles (1987, 1997, 2002, 2015).
Sue opere fanno parte di importanti collezioni, tra le quali: Archivio Storico delle Arti Contemporanee della Biennale di Venezia (ASAC), Venezia; Arquivo de la Camera Municipal, Lisbona; Bibliothèque Nationale, Parigi; Caisse des Dépôts et Consignations, Parigi; Canadian Centre of Art, Montreal; Deutsche Architektur Museum, Francoforte; Deutsche Bank, Milano; DG Bank, Francoforte; Die Neue Sammlung, Monaco; Fondation Cartier pour l’Art Contemporain, Parigi; Fondazione Cini, Venezia; International Center of Photography, New York; IVAM, Valencia; Kreditanstalt für Wiederaufbau, Francoforte-Berlino; Kunsthaus, Zurigo; Mark Getty – Getty Image, Londra; Merrill Lynch, Londra; Musée de l’Elysée, Losanna; Museo d’Arte Contemporanea Castello di Rivoli (Torino); MART, Rovereto; Museo de Bellas Artes, Bilbao; Museo di Fotografia Contemporanea, Cinisello Balsamo (Milano); Centro de Arte Reina Sofía, Madrid; Centre Georges Pompidou, Parigi; MAXXI, Roma; MoMA, New York; SF MoMA, San Francisco; Solidère, Beirut; Stedelijk Museum, Amsterdam.
In una intervista Gabriele Basilico ha dichiarato: “È certo che io faccio fotografie in relazione al principio e all’esperienza estetica della ‘visione’. In questo senso io sono pienamente fotografo. Ma è anche vero che la fotografia, e non solo come linguaggio, è entrata da parecchio tempo, e a buon diritto, nel mondo dell’arte. Sono convinto però che un’unità della fotografia nel grande bacino della ricerca artistica è un’idea troppo riduttiva: una cosa è usare la fotografia come linguaggio per comunicare un’opera concepita in modo diverso (per esempio un’installazione), un’altra cosa è pensare ‘fotograficamente’, interpretando la realtà”.